La chiesa della Madonna della Libera

La chiesa della Madonna della Libera sorge poco fuori dall’abitato, sulla provinciale Pontecorvo – San Giovanni Incarico, in contrada “Limata”, luogo chiamato così perché, molto probabilmente, nel 1723, anno di fondazione della chiesa, esso era famoso per l’abbondanza di limo depositato dalle frequenti inondazioni del fiume Liri.

L’edificio fu eretto su una piccola cappella pre-esistente, già meta di innumerevoli pellegrinaggi da parte della popolazione. Alla madonna della cappellina i pontecorvesi chiedevano soprattutto protezione contro le inondazioni del fiume e tutte le altre catastrofi naturali legate all’acqua.

Gli eventi miracolosi che causarono la necessità della costruzione di un edificio più grande furono due apparizioni della madonna ad una bambina: la prima mentre era intrappolata da sola nella propria casa circondata dalle acque di un’inondazione, circostanza dalla quale la bambina, secondo la sua testimonianza, si salvò miracolosamente proprio grazie all’intervento della Vergine, descritta come una “Signora splendente di luce”, e la seconda mentre la stessa bambina, al secolo Scolastica Ciccone, era in preghiera davanti alla cappellina.

Altro evento miracoloso legato alla chiesa fu l’arrivo della pioggia dopo un lungo periodo di siccità nel 1847, evento ricordato da un’iscrizione ancora presente all’interno dell’edificio.

La chiesa fu costruita in forme barocche con pregevoli affreschi, uno dei quali, raffigurante il Padre Eterno attorniato dagli angeli, sopravvive ancora oggi sulla lunetta della facciata. Fu restaurata per la prima volta nel 1908 e dopo la guerra, nel 1947, con donazioni provenienti anche da pontecorvesi emigrati negli Stati Uniti d’America. Negli anni ’50 la chiesa fu abbandonata e il degrado prese il sopravvento.

Oggi sia gli attivisti del comitato Pro-Canonica, sia le associazioni cittadine riunite nel tavolo di lavoro “Agorà – Condividiamo le nostre idee” premono per il recupero del luogo, il restauro dell’affresco sulla lunetta della facciata e sottolineano come l’edificio possa essere usato come auditorium per manifestazioni musicali e teatrali, visto che esso, tra i beni storici da recuperare, è quello con la capienza maggiore.

 

Bibliografia:

– “Pontecorvo e i suoi beni storico-archeologici”, a cura del Comitato Pro-Canonica, Imago Media Editrice 2001.