Mola della terra

Già esistente a partire dal secolo XVI questo ponte, probabilmente, è molto più antico. Lo testimonia il fatto che alcuni tratti del sentiero che lo attraversa sono lastricati con la stessa tecnica usata nelle grandi arterie di comunicazione dell’antica Roma. La strada doveva essere molto importante perché collegava Pontecorvo ad Esperia passando per la valle del fiume Quesa, zona ricca e brulicante di fattorie, villaggi, eremi e mulini, proprio come quello situato nei pressi del ponte. Il luogo in cui è situato è naturalisticamente molto suggestivo, in quanto in quel tratto il fiume Quesa forma una cascata abbastanza grande per via delle presenza dei resti delle opere di incanalamento delle acque dell’antico mulino.

Il luogo è molto conosciuto e caro ai pontecorvesi, che da sempre accorrono qui per pescare, per fare dei pic nic, per fare il bagno e per tuffarsi dal famosissimo tronco situato sul profondissimo bacino al di sopra della cascata.

Oggi l’acqua del fiume non è più pulita come una volta e il bagno non è più consigliato, lo spiazzale si trova in uno stato di quasi abbandono e la strada di accesso si va rovinando sempre più per via della mancata manutenzione. Oltre a ciò c’è da segnalare un allagamento ormai permanente del vialetto d’accesso.

Oggi il rinato comitato Pro-Canonica e le associazioni cittadine riunite nel tavolo di lavoro “Agorà – Condividiamo le nostre idee” premono per la sistemazione della zona ad area parco, per il restauro conservativo del ponte e dei tratti di sentiero in lastricato romano, e la sistemazione della via di accesso all’area.

 

Bibliografia:

 

– “Pontecorvesità”, Bernardino Pulcini, Città di Pontecorvo 1999;

– “Pontecorvo e i suoi beni storico-archeologici”, a cura del Comitato Pro-Canonica, Imago Media Editrice 2001.