Linda Amati e la sua Passione

Nella stessa calda estate dal 1921 si consuma la tragedia del sindaco Francesco Carocci, “defenestrato” dalla sua carica e dalla vita terrena . a soli 44 anni, da un colpo di pistola della signorina Linda amati (il vero nome è Florinda ed è la stessa crocerossina che ha affiancato il comitato Pro-Patria del 1915), che in tal modo ha creduto di difendere il suo onore di donna tradita (Carocci non vuole sposarla).

Per capire  questo gesto estremo occorre rifarsi  alla culture di inizio secolo, secondo al quale una donna che viene lasciata dal fidanzato è come un oggetto di seconda mano. Rompere una fidanzamento vuol dire correre il rischio di rimanere zitella o essere costretta a sposare un uomo anziano, adattandosi quindi ad un matrimonio di convenienza. Inoltre, in caso di abbandono entra in gioco l’onore, ovvero il mancato rispetto delle proprie virtù, della propria onestà, dei propri principi morali.

Gnora Linda , al rifiuto di gnore Francesco di sposarla, considera normale ucciderlo quale unico mezzo per salvare il proprio onore offeso  e, allo stesso modo la popolazione trova legittima l’azione della donna.

La stessa legge è molto indulgente verso il cosiddetto “delitto d’onore”, con una pena che va dai tre ai sette anni di carcere.

Una indulgenza che vale anche per  il marito tradito o per un qualsiasi famigliare che, in stato d’ira, ritiene offeso il proprio onore e quello della famiglia.

Il dramma si consuma a Pontecorvo , il 20 giugno 1921, con la “disonorata” che attende in via Porta Leoni (nei pressi dell’attuale ufficio postale) colui che non vuole sposarla e lo uccide con un colpo di pistola, consegnandosi subito ai carabinieri.

Tragico destino per il primo sindaco di Pontecorvo legato ai contadini, destituito dal suo incarico non da uno scandalo amministrativo o dal voto elettorale ma dal proiettile di una pistola. Il processo si svolge nel tribunale di Cassino  con una giuria composta da dieci giudici popolari ed un giudice d’Assise. Linda Amati è difesa da Gaetano Di Biasio, uno dei migliori avvocati del Foro cassinate che nel secondo dopo guerra sarà il primo sindaco di Cassino, designato dal prefetto.

La convincente eloquenza e la forbita retorica, tipica di questi tempi, di don Gaetano, seguita da colti riferimenti storici  e giuridici, riesce  a convincere nove dei dieci giurati popolari, già abbastanza convinti vista la campagna stampa ne la pressione popolare (in aula e fuori) a favore di gnora Linda. Il voto contrario, segreto, sembra sia stato di un professore di filosofia del locale liceo, evidentemente non influenzato dall’arringa difensiva.

Dopo il verdetto di assoluzione iniziano i festeggiamenti, con Linda Amati e l’avvocato Di Biasio che vengono portati in trionfo per le strade di Cassino e subito dopo messi  in una delle tante carrozze che, in corteo, si recano a Pontecorvo lungo una via Casilina festante e giubilante.

I festeggiamenti proseguono a Pontecorvo dove la maggior parte dei cittadini si stringe attorno a colei che è considerata la vera vittima di quanto accaduto.  […]